giovedì 21 gennaio 2010

Avvocato, concorrenza, nicchie di mercato



Sei un avvocato che esercita la sua professione in una grande città? In tal caso, sarai specializzato in qualche settore. Oppure, come me, svolgi la tua attività in una cittadina? Probabilmente ti sarai trovato costretto a fare il “tuttologo”.

Purtroppo è così: se il mercato è ristretto, bisogna cercare di coprire più ambiti possibile, per avere clientela. La concorrenza è forte, a volte spietata.

Pensa: in Italia ci sono più di duecentomila avvocati, contro i quarantamila della Francia ed i centomila dell’Inghilterra. Un numero spropositato. In questo contesto, è del tutto naturale la tendenza all’accaparramento del cliente, che alcuni operano in modo più spregiudicato, altri con un certo disagio.

Però, occuparsi di tutto è sempre più difficile. Ogni branca del diritto ha le sue peculiarità, ed oggi, sempre più, presenta differenze anche nel rito. A ciò si aggiunga che il legislatore interviene spesso ad apportare modGrassettoifiche, specie in ambito procedurale, per cui mantenersi aggiornati in tutto è sempre più impegnativo, oneroso e stressante.

Invece chi è specializzato, poniamo, in separazioni e divorzi, potrà approfondire in modo eccellente la materia, investendo negli aggiornamenti tempo e risorse.

Quindi è preferibile specializzarsi, o, come si dice oggi, trovare una nicchia in cui operare. Questo, però, risulta impossibile a chi deve confrontarsi con un mercato ristretto, essendo pochi i potenziali clienti.

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